I Key Performance Indicators (KPI) rappresentano strumenti essenziali per comprendere la salute finanziaria e la performance di un'impresa. Questi indicatori offrono una visione sintetica e oggettiva della situazione economica, consentendo agli stakeholder di valutare con precisione l'andamento aziendale.
Generalmente i KPI sono analizzati prendendo in considerazione il trend degli ultimi tre anni e confrontandoli con il competitor o i competitor principali o in alternativa, con aziende comparabili dello stesso settore e con dimensioni simili.
Gli indicatori di bilancio permettono di valutare la performance aziendale in modo sintetico e oggettivo. Attraverso questi strumenti, le aziende possono analizzare la capacità di generare liquidità, verificare la capacità di far fronte agli impegni verso i creditori, confrontare i risultati aziendali nel tempo e identificare punti di forza e debolezze della gestione economico-finanziaria.
La modalità di calcolo prevede di mettere in relazione due grandezze per ricavarne un coefficiente, spesso richiedendo una preventiva riclassificazione del bilancio. Questi indicatori consentono di ottenere informazioni strategiche attraverso rapporti numerici che sintetizzano aspetti complessi della gestione aziendale.
L'analisi finanziaria attraverso gli indicatori consente di comprendere la salute economica complessiva dell'impresa, supportare processi decisionali strategici, valutare la sostenibilità degli investimenti e misurare l'efficienza della gestione aziendale.
Aspetti chiave:
Oltre alla redditività, che è definita come il rapporto tra una configurazione di reddito e il correlato volume di capitale necessario per produrlo, o tra il reddito e grandezze espressive dell'attività svolta, come il fatturato, i Kpi permettono di valutare il profilo reddituale in modo più completo e di operare confronti tra più aziende.
Gli indici finanziari rappresentano strumenti analitici fondamentali per comprendere la complessità della performance aziendale. Questi indicatori consentono di decodificare i dati di bilancio, trasformando numeri grezzi in informazioni strategiche che permettono di valutare la salute economica, patrimoniale e finanziaria di un'impresa.
La classificazione degli indici finanziari non è casuale, ma segue una logica che consente di analizzare l'azienda da prospettive complementari. Ogni categoria di indicatori risponde a specifiche domande strategiche: quanto l'azienda sta crescendo, quanto sta guadagnando, quanto è liquida, quanto è indebitata.
Attraverso questa tassonomia, stakeholder come investitori, manager e consulenti possono ottenere una visione olistica e dinamica dell'impresa, andando oltre la mera lettura dei valori contabili e interpretando le performance in una prospettiva sistemica e temporale.
Gli indicatori di dimensione rappresentano la prima chiave di lettura per comprendere la scala e la crescita di un'azienda. Il fatturato è il primo indicatore di performance che si deve analizzare per capire l'andamento dell'azienda, corrispondendo alla voce "Ricavi delle vendite e delle prestazioni" nel conto economico.
FATTURATO
Il fatturato corrisponde alla voce «1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni» del conto economico.
Per le società con contabilità per commesse, è più rappresentativo selezionare l'intera voce "Valore della produzione (A)", in quanto il fatturato formale può non riflettere completamente l'avanzamento sostanziale delle commesse.
Più ampio è l'orizzonte temporale considerato, più i dati saranno significativi per sviluppare un'analisi oggettiva, non distorti da accadimenti occasionali. Un trend crescente di fatturato è un segnale positivo solo se accompagnato da una buona redditività e da un positivo andamento della posizione finanziaria netta.
Il trend del fatturato viene misurato attraverso:
Il CAGR rappresenta la crescita percentuale media di una grandezza in un determinato lasso di tempo, utilizzando formule della matematica finanziaria.
Esempio di Calcolo CAGR:
Se nell'anno «N» il fatturato era 1 milione e nel «N+5» è diventato 2 milioni:
CAGR = [(2mln /1mln)^(1/5)]-1 = 14,87%.
Un esempio concreto può essere quello di un'azienda con:
Questi dati fotografano un'azienda in costante crescita con un fatturato significativo nel panorama delle imprese italiane.
In generale, l'analisi degli indicatori di dimensione non deve limitarsi a un mero calcolo numerico. È fondamentale:
Un incremento dimensionale deve essere accompagnato da:
Questi indicatori forniscono una prima, importante fotografia dell'azienda, ma devono essere sempre integrati con un'analisi più complessiva e approfondita, ad esempio con gli indici che affronteremo nei prossimi capitoli.
La redditività è il rapporto tra una configurazione di reddito e il capitale necessario per produrlo, o tra il reddito e grandezze che esprimono l'attività svolta, come il fatturato.
Questa dimensione strutturale permette di valutare il profilo reddituale in modo completo e di effettuare confronti tra diverse aziende.
Gli indicatori di redditività sono fondamentali per comprendere la capacità di un'azienda di generare profitti. Tra i principali indicatori troviamo: l’EBITDA, l’EBIT e l’utile di esercizio.
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EBITDA
Questo indice rappresenta gli "Utili prima degli interessi, delle imposte, svalutazioni e ammortamenti".
L'EBITDA, noto anche come MOL (Margine Operativo Lordo, che però include anche gli accantonamenti), è un indicatore della capacità reddituale dell'azienda, che mostra se i ricavi delle vendite sono sufficienti a coprire i costi legati al core business.
Spesso viene rapportato al fatturato per ottenere l'EBITDA Margin, che indica quanto reddito lordo viene prodotto per ogni euro di ricavo.
Quando l'EBITDA è depurato da tutti gli eventi non ricorrenti o straordinari, si parla di EBITDA ADJUSTED.
È di fondamentale importanza, quando si analizza l’indice EBITDA, considerare alcuni aspetti critici:
EBIT
EBIT è l’acronimo di Earnings Before Interest and Taxes (utili prima degli interessi e delle imposte). È un indicatore della capacità reddituale dell'azienda che mostra se i ricavi delle vendite sono sufficienti a coprire i costi legati al core business, inclusi i costi non monetari.
In italiano è chiamato Risultato Operativo o MON (Margine Operativo Netto). Rappresenta il margine prodotto dall'attività aziendale senza considerare oneri finanziari e imposte.1
Spesso viene rapportato al fatturato utilizzando la formula:
Questo calcolo produce l'EBIT Margin, che indica la redditività dell'azienda.
Esiste anche l'EBIT ADJUSTED, che rappresenta l'EBIT normalizzato escludendo tutti gli eventi non ricorrenti o straordinari.
Il calcolo dell’indicatore EBIT è molto importante perché fornisce una visione chiara della performance operativa di un'azienda, escludendo gli effetti delle scelte finanziarie e fiscali.
UTILE D’ESERCIZIO
L'utile d'esercizio rappresenta “l'ultima riga" del conto economico, indicando il risultato finale dell'esercizio.
L'utile d'esercizio è il risultato al netto di oneri/proventi finanziari e delle imposte. Spesso risente delle politiche fiscali, incluse le imposte correnti e le imposte anticipate o differite.
Nelle aziende multinazionali, l’utile d’esercizio non è considerato un parametro affidabile per misurare le performance (le strategie di bilancio e di allocazione degli utili sono più complesse, senza considerare che le politiche fiscali possono variare significativamente tra paesi), mentre nelle aziende familiari, l'imprenditore lo considera spesso come riferimento di "ciò che gli rimane" dopo aver pagato le imposte.
La liquidità rappresenta la capacità di un'azienda di generare flussi finanziari e monetari che mantengano un costante equilibrio tra attivo e passivo a breve termine. È l'attitudine dell'impresa a far fronte tempestivamente ed economicamente ai propri impegni verso i finanziatori.
Questa dimensione presenta stretti legami con la solidità aziendale, differenziandosi principalmente per l'orizzonte temporale: breve per la liquidità e medio-lungo per la solidità.
Gli indicatori di liquidità ed equilibrio finanziario sono strumenti fondamentali per valutare la salute finanziaria di un'azienda. Questi indicatori consentono di:
Questi indicatori perseguono molteplici obiettivi, ad esempio servono a valutare la capacità di pagamento (verificare la capacità dell’azienda di soddisfare gli impegni a breve termine utilizzando le sole attività correnti), controllare la coerenza tra fonti e impieghi di breve periodo, garantendo una gestione finanziaria efficiente e infine monitorare il Capitale Circolante Netto (CCN) operativo, che rappresenta la differenza tra attività correnti e passività correnti.
Gli indicatori principali di liquidità ed equilibrio finanziario che andremo ad analizzare sono:
DSO
DSO (Days Sales Outstanding) e DPO (Days Payable Outstanding) sono due indicatori molto importanti per l'analisi della liquidità.
Il DSO misura i giorni medi di incasso e la formula di calcolo è la seguente:
DPO
Il DPO misura i giorni medi di pagamento dei fornitori. Nel calcolo, è importante considerare solo i costi che hanno generato debiti verso fornitori, escludendo quelli che potrebbero aver originato altri tipi di debiti (come quelli verso il personale).
Formula di calcolo:
Confrontando DSO e DPO si può capire:
Calcolando la differenza tra i giorni di dilazione dai fornitori e i giorni incasso dai clienti si ottiene il numero dei giorni che intercorrono tra il pagamento dei fornitori e l’incasso dai clienti. Per una corretta analisi però, è importante esaminare il trend di questi indicatori nel corso del tempo.
CCN
Il CCN (Capitale Circolante Netto) mostra la capacità dell’azienda di soddisfare gli impegni a breve termine tramite l’utilizzo delle sole attività correnti.
La formula è la seguente:
Attività correnti - Passività correnti
Un valore maggiore di zero indica, quindi, che l’azienda è potenzialmente in grado di onorare gli impegni a breve senza intaccare la sua struttura finanziaria e ricorrere a fonti di indebitamento alternative. Se le passività correnti sono maggiori, la situazione è di potenziale difficoltà sul breve termine.
Gli indicatori di indebitamento sono fondamentali per valutare la solidità di un'azienda, ovvero la sua capacità di perdurare nel tempo in modo autonomo, fronteggiando eventi significativi.
Questi indicatori permettono di:
L'indebitamento può avere un effetto positivo sulla redditività aziendale se il rendimento dei nuovi investimenti è superiore al tasso dei finanziamenti.
PFN
La formula per calcolare l’indice PFN (Posizione Finanziaria Netta) è la seguente:
Disponibilità liquida - Debiti finanziari
Per un calcolo «semplificato» si considerano solamente le disponibilità liquide e i debiti finanziari vengono considerati a prescindere dalla durata e si includono solitamente le voci del passivo dello stato patrimoniale.
Se positivo il risultato indica che la società è in grado di estinguere le passività finanziarie senza dover intaccare le attività differite (crediti e magazzino).
Se l’indice è negativo indica la misura dell’ammontare del debito finanziario netto, per il quale non esiste un’immediata copertura.
LEVA FINANZIARIA
La leva finanziaria misura quante volte i debiti finanziari netti sono superiori ai mezzi propri (patrimonio netto).
Attraverso questo indice è possibile valutare quanto l’azienda è esposta al rischio e quanto è esposta alla probabilità di default. Deve essere valutato tenendo anche in considerazione le scadenze dei mezzi di terzi e la struttura dell’attivo (prevalenza delle immobilizzazioni o del circolante). Non esistono valori ottimali ma:
Questo indicatore è un parametro fondamentale per valutare la sostenibilità finanziaria di un'azienda. Viene utilizzato quando la Posizione Finanziaria Netta (PFN) è negativa e indica il numero di anni potenzialmente necessari per ripagare il debito finanziario attraverso i flussi di cassa derivanti dall'EBITDA.
RAPPORTO PFN/EBIDTA
La formula è la seguente:
Quanto più basso è il rapporto, tanto maggiore è la capacità dell'impresa di:
Ad esempio, un rapporto pari a 5 significa che, a parità di condizioni, sarebbero necessari almeno 5 anni per ripagare integralmente il proprio debito (esclusi gli oneri finanziari).
Questo indicatore viene spesso utilizzato come linea di demarcazione per distinguere le imprese con buone performance economico-finanziarie dalle imprese con potenziali criticità.
In sintesi, l'analisi di questo indicatore consente quindi di valutare la sostenibilità finanziaria di un'azienda nel medio-lungo periodo, fornendo una prospettiva chiara sulla sua capacità di gestire e ripianare l'indebitamento.
Si tratta di un approccio sistematico per valutare la performance e la salute finanziaria di un'azienda. La redditività, come visto, viene misurata attraverso il rapporto tra una specifica configurazione di reddito e il capitale necessario per produrlo, oppure tra il reddito e grandezze che esprimono l'attività svolta, come il fatturato. Questa dimensione strutturale consente di effettuare valutazioni più complete e di operare confronti tra diverse aziende.
L'obiettivo principale è analizzare la solidità, intesa come l'equilibrio di medio-lungo periodo tra investimenti e finanziamenti, nonché tra fonti proprie e fonti di terzi. La solidità rappresenta la capacità dell'azienda di perdurare nel tempo in modo autonomo, fronteggiando eventi significativi.
La metodologia si concentra anche sulla liquidità, che è la capacità di generare flussi finanziari tali da mantenere un costante bilanciamento tra attivo e passivo a breve termine. È importante notare che la liquidità è strettamente connessa alla solidità, differenziandosi principalmente per l'orizzonte temporale: breve per la liquidità e medio-lungo per la solidità.
Gli indici vengono calcolati mediante formule che mettono in relazione diverse voci di bilancio, consentendo di ottenere informazioni cruciali sulla performance aziendale da molteplici prospettive.
Un punto di partenza ideale e una base informativa più adatta all'analisi tramite indici di bilancio è sicuramente la riclassificazione del bilancio.
La riclassificazione rappresenta il primo e fondamentale passaggio per un'analisi accurata degli indici finanziari. Questa procedura consiste nel riorganizzare i dati di bilancio secondo criteri che facilitino l'interpretazione economica e finanziaria.
Per la riclassificazione dello stato patrimoniale, esistono principalmente due approcci:
La riclassificazione del conto economico, invece, può essere:
Ogni indicatore finanziario segue una specifica formula di calcolo che mette in relazione differenti grandezze di bilancio. Le formule devono essere applicate con precisione e coerenza, considerando:
Alcuni principi generali nel calcolo degli indici:
L'interpretazione degli indici non può essere meccanica, ma richiede una lettura critica che consideri:
È fondamentale:
Un'interpretazione corretta richiede sempre una visione sistemica che vada oltre il singolo indicatore, valutando l'interazione complessiva tra le diverse metriche finanziarie.
L'analisi comparativa e settoriale rappresenta uno strumento fondamentale per comprendere la posizione competitiva di un'azienda nel contesto economico di riferimento. Quando si analizza il trend di un'azienda, è cruciale considerare:
Va segnalato che una tendenza crescente di fatturato è un segnale positivo solo se accompagnato da:
Gli indici finanziari possono variare significativamente tra diversi settori merceologici, riflettendo le specificità e le dinamiche operative di ciascun comparto. Un esempio tipico riguarda l’indice di rotazione del magazzino (si calcola rapportando i ricavi delle vendite e delle prestazioni con la giacenza media) che misura quante volte le scorte di magazzino si rinnovano rispetto alle vendite.
Bisogna altresì ricordare che l’analisi comparativa non può essere applicata a tutti i settori merceologici. Ogni settore ha dinamiche specifiche, così come le stagionalità e le specificità tipiche di ogni mercato.
Gli indicatori di bilancio, pur essendo strumenti fondamentali per l'analisi finanziaria, presentano alcuni limiti significativi che è importante comprendere:
Limiti temporali
Limiti comparativi
Limiti interpretativi
Limiti metodologici
Alcuni indicatori non catturano la situazione di:
Anche alla luce delle limitazioni insite nell’analisi degli indici che abbiamo preso in considerazione, è bene tenere a mente alcune raccomandazioni:
Per concludere, i Key Performance Indicators (KPI) rappresentano uno strumento essenziale per comprendere la salute e le performance di un'azienda ma è necessario scegliere gli indicatori adatti al contesto e alla situazione contingente in cui l’azienda si trova.
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