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Introduzione al Conto Economico

30/08/2024
Redazione
  • Sai distinguere tra un conto economico civilistico e uno orientato al Controllo di Gestione?
  • Quali sono gli indicatori chiave che dovresti monitorare nel conto economico?
  • Quanto incide l’ammortamento sul risultato operativo della tua azienda?
  • Sai quali spese generali impattano maggiormente sul tuo margine di profitto?
  • Quanto influiscono i costi finanziari sul risultato netto della tua azienda?
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Cos'è il conto economico e la sua importanza 

 

Il conto economico è uno dei documenti fondamentali del bilancio d'esercizio, essenziale per comprendere la performance economica di un'azienda. Tuttavia, è importante distinguere tra il conto economico civilistico, utilizzato principalmente per scopi legali e fiscali nell'ambito del bilancio civilistico, e gli altri tipi di conto economico utilizzati per il controllo di gestione e l’analisi aziendale. 

Il conto economico civilistico, regolamentato dalle normative contabili e redatto secondo principi stabiliti dal legislatore, ha lo scopo di fornire una rappresentazione fedele della situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell'azienda, ma non è sempre il più adatto per l'analisi gestionale. Per quest'ultima, si utilizzano spesso schemi di conto economico più funzionali, cosiddetti riclassificati, come il conto economico a valore aggiunto e il conto economico a margine di contribuzione, che permettono una visione più chiara e immediata della redditività operativa e dell'efficienza interna, aspetti cruciali per prendere decisioni strategiche e operative all’interno dell’azienda. 

In pratica, mentre il conto economico civilistico è uno strumento indispensabile per adempiere agli obblighi di legge, i conti economici orientati al controllo di gestione sono fondamentali per monitorare e migliorare la performance aziendale. 

  

Definizione e funzione del conto economico 

  

Il conto economico, a differenza dello stato patrimoniale che fotografa la situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda in un determinato momento, è un documento di flusso. Esso raccoglie e sintetizza tutte le operazioni economiche svolte dall’azienda in un periodo di tempo, riflettendo come queste operazioni abbiano influito sul risultato finale. In altre parole, mentre lo stato patrimoniale risponde alla domanda "Cosa possiede e cosa deve dare l'azienda in questo momento?", il conto economico risponde alla domanda "Come si è arrivati a questo punto?". 

  

La funzione del conto economico è duplice. Da un lato, serve agli stakeholder interni, come manager e dirigenti, per monitorare la redditività e l’efficienza operativa dell’impresa. Dall’altro, è uno strumento cruciale per gli stakeholder esterni, come investitori, creditori e analisti, che lo utilizzano per valutare la salute economica dell'azienda e prendere decisioni informate riguardo a investimenti, prestiti e altre relazioni commerciali. 

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Il ruolo del conto economico nella gestione aziendale 

  

Nel contesto della gestione aziendale, il conto economico assume un ruolo strategico. Esso fornisce una base solida per l’analisi delle performance, permettendo di identificare le aree di forza e debolezza all'interno dell'azienda. I manager possono utilizzare il conto economico per monitorare l'andamento delle vendite, il controllo dei costi e l'efficacia delle strategie implementate. Ad esempio, un margine operativo lordo (EBITDA) in crescita potrebbe indicare un aumento dell'efficienza operativa, mentre un calo nei ricavi potrebbe segnalare la necessità di rivedere la strategia di marketing o di vendita. 

  

Inoltre, il conto economico è strettamente legato alla pianificazione e al controllo di gestione. Attraverso l’analisi delle variazioni tra i dati di budget e i risultati effettivi riportati nel conto economico, i manager possono individuare le deviazioni e adottare misure correttive tempestive. Questo processo di revisione continua è fondamentale per mantenere l’azienda allineata ai suoi obiettivi strategici e per garantire la sostenibilità a lungo termine. 

  

Il conto economico non è solo un documento contabile; è uno strumento di governance che, se utilizzato correttamente, può guidare le decisioni aziendali verso il successo e la crescita sostenibile. Per questo motivo, una comprensione approfondita della sua struttura e delle sue dinamiche è imprescindibile per chiunque sia coinvolto nella gestione di un'azienda, dai dirigenti ai consulenti esterni. 

 

 

Struttura del conto economico 

 

Il conto economico è uno strumento contabile che permette di rappresentare in maniera sintetica e ordinata l’andamento economico di un’azienda. La sua struttura si compone di varie voci, suddivise in categorie, che riflettono la formazione del risultato economico dell'esercizio. Comprendere la struttura del conto economico è fondamentale per interpretare correttamente le informazioni che esso fornisce e per utilizzarle nella gestione strategica dell'azienda. 

  

Le principali voci del conto economico 

 

Il conto economico è generalmente articolato in tre sezioni principali: 

 

Valore della produzione (i Ricavi): Questa sezione include tutte le voci di ricavo relative all’attività operativa principale dell’azienda. Comprende i ricavi derivanti dalla vendita di prodotti o servizi, le variazioni delle rimanenze di prodotti finiti e in corso di lavorazione, e altri proventi operativi, come contributi in conto esercizio e altri ricavi diversi. Il totale di queste voci fornisce il "Valore della produzione", che rappresenta la base su cui si calcolano i costi per determinare l'utile operativo. 

  

Costi della produzione (i Costi): In questa sezione si elencano tutti i costi sostenuti dall’azienda per generare il valore della produzione. Tra questi vi sono i costi per materie prime e materiali, i costi per servizi, il costo del personale, ammortamenti e svalutazioni, e altre spese operative. La differenza tra il valore della produzione e i costi della produzione dà come risultato il "Risultato operativo lordo" (EBITDA), che rappresenta la redditività operativa dell’azienda prima degli oneri finanziari e delle imposte. 

  

Proventi e oneri finanziari e straordinari: Questa sezione include tutti i costi e i ricavi non strettamente legati all’attività operativa principale, come interessi attivi e passivi, dividendi, utili e perdite su cambi, e componenti straordinarie come plusvalenze o minusvalenze derivanti da cessioni di beni aziendali. La somma algebrica di queste voci determina il "Risultato ante imposte", a cui si sottraggono le imposte sul reddito per ottenere il "Risultato netto dell’esercizio". 

  

Classificazione dei costi e dei ricavi 

All'interno del conto economico, i costi e i ricavi possono essere classificati secondo diverse logiche. Due delle principali classificazioni sono: 

  

Classificazione per natura: Questa modalità di classificazione organizza i costi e i ricavi in base alla loro natura economica. Per esempio, i costi per materie prime, i salari, e le spese di amministrazione sono raggruppati ciascuno nella rispettiva categoria. Questo tipo di classificazione è utile per comprendere la composizione dei costi e dei ricavi e per effettuare analisi di gestione interna, come l'analisi dei costi fissi e variabili. 

  

Classificazione per destinazione (o per funzione): In questa classificazione, i costi e i ricavi sono raggruppati in base alla loro destinazione funzionale all'interno dell'azienda, come ad esempio la produzione, la distribuzione, o l'amministrazione. Questo approccio è particolarmente utile per valutare la redditività delle diverse aree operative dell’azienda e per prendere decisioni strategiche come l'allocazione delle risorse. 

  

Il conto economico riclassificato 

Il conto economico può essere presentato secondo due schemi principali di classificazione: il conto economico a valore aggiunto e il conto economico a costo del venduto. La differenza principale tra i due risiede nel modo in cui vengono rappresentati i costi. 

 

Conto economico a valore aggiunto 

 

In questo schema, i costi sono presentati per natura, e il valore aggiunto è calcolato come la differenza tra il valore della produzione e i costi dei fattori esterni (acquisti di materie prime, servizi esterni). Questo schema, che non include i costi del personale, è utile per evidenziare la capacità dell’azienda di creare valore aggiunto attraverso il proprio processo produttivo. 

 

Conto economico a costo del venduto 

 

In questo schema, i costi sono presentati per destinazione, e il costo del venduto è determinato sommando ai costi diretti di produzione (materie prime, manodopera) una quota dei costi indiretti. Il costo del venduto è l’insieme dei costi operativi sostenuti dall’impresa per ottenere il suo fatturato. Questo schema è comunemente utilizzato nelle aziende manifatturiere e commerciali, poiché permette di valutare la redditività delle vendite e l'efficienza produttiva. È spesso usato nel mondo anglosassone ed è coerente con i principi contabili internazionali. 

 

La scelta dello schema di presentazione del conto economico può influenzare significativamente le decisioni gestionali, in quanto fornisce una prospettiva diversa sulla redditività e sull'efficienza dell’azienda. In questo modo, il conto economico non è solo un documento contabile, ma un vero e proprio strumento di gestione e pianificazione strategica. 

 

 

Analisi delle voci di ricavo

  

Nel conto economico, i ricavi rappresentano il valore economico generato dall’attività principale dell’azienda, ossia la vendita di beni e servizi. Analizzare queste voci è fondamentale per comprendere come l'azienda crea valore e quali sono le sue principali fonti di reddito. Una corretta analisi dei ricavi permette di identificare le aree di crescita e di miglioramento, nonché di prendere decisioni strategiche per ottimizzare le performance aziendali. 

  

Tipologie di ricavi: vendite, servizi, altri ricavi operativi 

 Nel conto economico, i ricavi possono essere suddivisi in diverse categorie, ognuna delle quali riflette una specifica fonte di reddito per l’azienda. Le principali tipologie di ricavi includono: 

  

Ricavi da vendite: Questa categoria comprende i ricavi generati dalla vendita di prodotti o merci. È la principale fonte di reddito per le aziende manifatturiere e commerciali. I ricavi da vendite sono generalmente calcolati come il prodotto del numero di unità vendute per il prezzo di vendita per unità. 

  

Ricavi da servizi: Per le aziende che operano nel settore dei servizi, questa categoria rappresenta la principale fonte di reddito. Include i ricavi derivanti dalla prestazione di servizi ai clienti, come consulenze, manutenzioni, o attività di formazione. Il riconoscimento di questi ricavi avviene generalmente al momento in cui il servizio è reso, secondo il principio della competenza. 

  

Altri ricavi operativi: Questa categoria comprende tutte le altre fonti di reddito che non rientrano nelle prime due categorie. Tra questi possono esserci contributi pubblici, ricavi da locazioni, proventi da royalties, e guadagni derivanti da attività accessorie o occasionali. Sebbene non siano sempre ricorrenti, questi ricavi possono avere un impatto significativo sui risultati aziendali, soprattutto in determinati settori o contesti economici. 

  

Il principio della competenza economica nella rilevazione dei ricavi 

  

Uno degli aspetti fondamentali nella gestione dei ricavi è il rispetto del principio della competenza economica, che stabilisce che i ricavi devono essere rilevati nell'esercizio in cui sono effettivamente maturati, indipendentemente dal momento in cui avviene l'incasso. Questo principio assicura che il conto economico rifletta in maniera corretta la reale performance economica dell'azienda. 

  

Ad esempio, un’azienda che vende beni a dicembre, ma riceve il pagamento a gennaio dell’anno successivo, deve comunque registrare il ricavo nel conto economico dell’esercizio che termina a dicembre. Questo perché il ricavo è stato generato nel momento in cui la merce è stata consegnata al cliente, completando così il processo di vendita. 

  

Il rispetto del principio della competenza è cruciale per garantire che i risultati economici dell’azienda siano correttamente rappresentati. La mancata applicazione di questo principio può portare a distorsioni significative nel bilancio, alterando la percezione della redditività e della stabilità finanziaria dell’azienda. Ad esempio, anticipare la registrazione di ricavi che appartengono all'esercizio successivo potrebbe dare una visione eccessivamente ottimistica dei risultati economici dell'anno corrente, una pratica che, se ripetuta, potrebbe compromettere la credibilità dell’azienda agli occhi degli investitori e dei creditori. 

  

Analisi della composizione dei ricavi 

  

Per una gestione efficace e per la pianificazione strategica, è essenziale che i manager analizzino non solo l'ammontare complessivo dei ricavi, ma anche la loro composizione. Questo implica la scomposizione dei ricavi nelle diverse categorie, l’identificazione delle principali fonti di reddito e l’analisi del loro andamento nel tempo. Un aumento dei ricavi da un determinato prodotto o servizio può indicare una maggiore domanda o un successo nelle strategie di vendita, mentre una diminuzione potrebbe segnalare problemi di competitività o cambiamenti nelle preferenze dei clienti. 

  

L'analisi della composizione dei ricavi consente anche di individuare la dipendenza dell'azienda da un singolo cliente o mercato. Un’eccessiva concentrazione dei ricavi su pochi clienti o un solo segmento di mercato rappresenta un rischio significativo. La diversificazione delle fonti di reddito è quindi un obiettivo strategico che permette di ridurre la vulnerabilità dell'azienda a variazioni improvvise nella domanda o a cambiamenti nelle condizioni di mercato. 

 

 

Analisi delle voci di costo 

  

Il controllo e l'analisi dei costi rappresentano uno degli aspetti più critici nella gestione aziendale. I costi, infatti, determinano direttamente la redditività dell'impresa, e la loro gestione efficiente può fare la differenza tra un'azienda profittevole e una in difficoltà. In questo capitolo esploreremo le principali voci di costo all'interno del conto economico, analizzandone le caratteristiche e l'impatto sul risultato economico finale. 

  

Costi della produzione: materie prime, lavoro, spese generali 

 

I costi della produzione sono i costi sostenuti dall’azienda per realizzare i prodotti o servizi venduti. Questi costi possono essere suddivisi in diverse categorie, ciascuna delle quali ha un ruolo specifico nella formazione del costo totale di produzione. 

  

Costi per materie prime e materiali: Questa categoria include i costi relativi all'acquisto delle materie prime, dei materiali di consumo e dei semilavorati necessari alla produzione. Per le aziende manifatturiere, questi costi rappresentano spesso una parte significativa del totale, e la loro gestione efficiente è cruciale per mantenere margini di profitto accettabili. Una corretta gestione del magazzino (le variazioni delle rimanenze sono una voce di costo, positiva o negativa), l’ottimizzazione degli acquisti e la negoziazione con i fornitori sono tutti aspetti che possono contribuire a ridurre questi costi. 

  

Costi del lavoro: Questa voce include le spese relative al personale direttamente impiegato nella produzione, come salari, stipendi, contributi sociali e altri oneri connessi. È importante distinguere tra costi del lavoro diretto (associato direttamente alla produzione) e costi del lavoro indiretto (come quello del personale amministrativo). L'efficienza nella gestione del personale e l'ottimizzazione dei turni di lavoro possono avere un impatto significativo sulla riduzione di questi costi. 

 

Ammortamenti e svalutazioni: questa voce rileva tutti gli ammortamenti e le svalutazioni, sia delle immobilizzazioni materiali che immateriali. (Vedere paragrafo sugli ammortamenti). 

 

Costi dei servizi: tutti i costi derivanti dall’acquisto di servizi, come trasporti, assicurazioni, manutenzioni, utenze, consulenze, provvigioni, spese pubblicitarie, etc. 

  

Spese generali di produzione: Le spese generali comprendono tutti quei costi che non possono essere direttamente attribuiti alla produzione di un singolo prodotto o servizio, ma che sono necessari per il funzionamento dell’intero processo produttivo. Questi includono i costi per le utenze, la manutenzione degli impianti, tutte le spese per godimento di beni di terzi (canoni di locazione, leasing, etc.). Anche se queste spese non sono direttamente legate alla produzione, la loro gestione efficiente è essenziale per mantenere la competitività aziendale. 

  

Costi finanziari e straordinari 

 

Oltre ai costi della produzione, il conto economico include anche altre categorie di costi, tra cui i costi finanziari e quelli straordinari, che possono influenzare significativamente il risultato finale. 

  

Costi finanziari: Questi costi derivano dall'uso del capitale di terzi e includono interessi su prestiti e finanziamenti, spese bancarie e oneri legati all'indebitamento. Per molte aziende, i costi finanziari rappresentano una voce di spesa importante, soprattutto in presenza di un elevato livello di indebitamento. La gestione del debito e l'ottimizzazione della struttura finanziaria sono quindi fondamentali per minimizzare questi costi. 

  

Costi straordinari: I costi straordinari sono spese non ricorrenti e non legate all'attività operativa principale dell'azienda, come perdite derivanti da eventi imprevedibili, multe, sanzioni o svalutazioni di attività. Poiché si tratta di costi non prevedibili e spesso inevitabili, è importante che l’azienda preveda delle riserve o dei fondi specifici per far fronte a queste evenienze senza compromettere la propria stabilità finanziaria. 

 

Accantonamenti vari: sono accantonamenti per rischi non classificabili o per oneri altrettanto non classificabili. È sempre molto importante considerare questo tipo di accantonamenti, per non trovarsi impreparati e per avere degli “ammortizzatori” interni nella propria gestione aziendale. 

  

L'ammortamento e il suo impatto sul conto economico 

  

L'ammortamento è il processo di ripartizione del costo di un bene durevole (come macchinari, edifici, o attrezzature) lungo la sua vita utile. Nel conto economico, l'ammortamento viene registrato come un costo, che riduce l'utile dell'esercizio. Tuttavia, a differenza di altri costi, l'ammortamento non comporta un'uscita di cassa, poiché rappresenta una scrittura contabile che riflette il consumo economico del bene nel tempo. 

  

Il calcolo dell'ammortamento è importante per rappresentare in modo accurato la situazione economica dell'azienda. Un ammortamento più rapido non riduce la cassa, ma aumenta l'incidenza del costo del bene nell'immediato, diminuendo l'utile contabile per l'esercizio. Questo può portare a una riduzione della base imponibile fiscale a breve termine, ma non altera la capacità finanziaria reale dell'azienda. Un ammortamento più lento, al contrario, distribuisce il costo del bene su un periodo più lungo, aumentando l'utile contabile in ogni singolo esercizio. Tuttavia, questo potrebbe comportare un rischio di svalutazioni future qualora i beni ammortizzati perdessero valore più rapidamente del previsto, esponendo l'azienda a potenziali aggiustamenti contabili e riduzioni di valore negli anni successivi. 

 

 

Il risultato operativo (EBIT) e il risultato netto 

  

Il risultato operativo (EBIT) e il risultato netto rappresentano due indicatori chiave all'interno del conto economico, cruciali per valutare la redditività e l'efficienza economica di un'azienda. Comprendere come si calcolano e cosa rappresentano questi indicatori è essenziale per chiunque si occupi di gestione aziendale. 

  

Differenze tra margine operativo lordo (EBITDA oppure MOL) e margine operativo netto (EBIT) 

  

Prima di esplorare il risultato operativo (EBIT), è utile chiarire le differenze tra questo indicatore e il margine operativo lordo (EBITDA). Entrambi forniscono informazioni preziose sulla performance aziendale, ma con approcci leggermente diversi. 

  

Margine operativo lordo (EBITDA): L'EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation, and Amortization) rappresenta il risultato operativo dell’azienda prima di considerare gli interessi, le imposte, gli ammortamenti e le svalutazioni. Questo indicatore offre una visione chiara della redditività operativa pura, poiché esclude i costi finanziari e le politiche contabili relative agli ammortamenti. L'EBITDA è particolarmente utile per confrontare la performance operativa di aziende all'interno dello stesso settore, indipendentemente dalle loro strutture finanziarie o dalle differenze nei trattamenti contabili. 

  

Margine operativo netto (EBIT): L'EBIT (Earnings Before Interest and Taxes) rappresenta il risultato operativo netto dell’azienda, ottenuto sottraendo all’EBITDA gli ammortamenti e le svalutazioni. L'EBIT è un indicatore più completo rispetto all'EBITDA, poiché tiene conto del consumo dei beni durevoli attraverso l'ammortamento, fornendo una visione più accurata della redditività effettiva dell'azienda. A differenza dell'EBITDA, l'EBIT riflette l'impatto delle decisioni di investimento e delle politiche di ammortamento dell’azienda, rendendolo uno strumento cruciale per valutare la sostenibilità economica a lungo termine. 

  

Calcolo e interpretazione del risultato operativo 

 

Il risultato operativo (EBIT) è calcolato partendo dal valore della produzione, da cui si sottraggono tutti i costi operativi, inclusi i costi del personale, le materie prime, i servizi esterni e gli ammortamenti. La formula di base è: 

  

EBIT = Valore della produzione – Costi operativi 

  

Il valore ottenuto rappresenta l'utile che l'azienda è in grado di generare dalle sue attività operative principali, senza considerare l'impatto delle decisioni di finanziamento (interessi) e delle imposte.  

  

Un EBIT positivo indica che l'azienda è redditizia a livello operativo, riuscendo a coprire tutti i costi necessari per generare il suo valore della produzione. Al contrario, un EBIT negativo è un segnale di allarme, poiché indica che i costi operativi superano i ricavi, portando l’azienda a una perdita operativa. 

  

L'interpretazione dell'EBIT deve tenere conto del contesto aziendale e settoriale. Ad esempio, in settori caratterizzati da elevate spese in conto capitale, un EBIT relativamente basso può essere accettabile se l’azienda ha un margine EBITDA solido. Tuttavia, un EBIT negativo persistente può indicare problemi strutturali nell'efficienza operativa o nella strategia aziendale. 

  

Il ruolo degli oneri finanziari e delle imposte sul risultato netto 

  

Dopo aver determinato l'EBIT, il passo successivo è considerare gli oneri finanziari e le imposte per ottenere il risultato netto, ovvero l'utile o la perdita dell'esercizio. 

  

Oneri finanziari: Questi includono gli interessi pagati sui prestiti e sui debiti finanziari. Gli oneri finanziari riflettono la struttura del capitale dell'azienda e il costo del debito. Un elevato livello di oneri finanziari può ridurre significativamente l'utile netto, soprattutto in aziende con elevato indebitamento. La gestione efficiente del debito e la minimizzazione degli oneri finanziari sono cruciali per migliorare la redditività netta. 

  

Imposte sul reddito: Dopo aver sottratto gli oneri finanziari dall'EBIT, si ottiene il risultato ante imposte. Su questo valore vengono calcolate le imposte sul reddito, che variano a seconda delle normative fiscali. Le imposte riducono ulteriormente il risultato netto, ma è importante notare che una gestione fiscale efficiente può contribuire a ottimizzare l'impatto delle imposte sul risultato finale. 

  

Il risultato netto è quindi calcolato come segue: 

  

Risultato netto = EBIT − Oneri finanziari − Imposte 

 

Il risultato netto rappresenta l'utile (o la perdita) che rimane all'azienda dopo aver coperto tutti i costi operativi, gli oneri finanziari e le imposte. Questo indicatore è cruciale per valutare la redditività complessiva dell'azienda e la sua capacità di generare valore per gli azionisti. Un risultato netto positivo indica che l'azienda è in grado di produrre profitti dopo aver coperto tutte le sue spese, mentre un risultato netto negativo suggerisce che l'azienda potrebbe avere difficoltà a sostenere la propria attività nel lungo termine. 

  

Il risultato operativo (EBIT) e il risultato netto sono due degli indicatori più importanti del conto economico, poiché forniscono una visione chiara della redditività operativa e complessiva dell'azienda. Mentre l'EBIT offre una misura della performance operativa pura, il risultato netto riflette l'impatto complessivo delle operazioni, della struttura del capitale e delle politiche fiscali. 

 

L'importanza del margine di contribuzione 

 

Il margine di contribuzione è uno degli strumenti più utili per la gestione aziendale, in quanto permette di valutare la redditività di singoli prodotti, servizi o linee di business. Questo indicatore è fondamentale per prendere decisioni strategiche, come l’allocazione delle risorse, la determinazione dei prezzi e l’identificazione delle aree su cui concentrarsi per migliorare la redditività complessiva dell’azienda. 

  

Cos'è il margine di contribuzione 

 

Il margine di contribuzione rappresenta la differenza tra i ricavi di vendita e i costi variabili associati alla produzione e alla vendita di un prodotto o servizio. In altre parole, misura quanto ogni unità venduta contribuisce alla copertura dei costi fissi dell’azienda e, successivamente, alla generazione di profitto.  

  

La formula del margine di contribuzione è la seguente: 

  

Margine di contribuzione = Ricavi di vendita − Costi variabili 

  

Questo indicatore è spesso espresso anche in termini percentuali, rispetto ai ricavi di vendita: 

  

Margine di contribuzione (%) = (Margine di contribuzione / Ricavi di vendita) × 100 

  

Un margine di contribuzione elevato indica che l’azienda ha una buona capacità di generare profitto da ogni unità venduta, una volta coperti i costi variabili. Al contrario, un margine di contribuzione basso può segnalare che i costi variabili sono troppo alti rispetto ai ricavi, rendendo difficile coprire i costi fissi e generare utili. 

  

Come utilizzarlo per prendere decisioni strategiche 

  

Il margine di contribuzione è un indicatore chiave per diverse decisioni strategiche aziendali: 

  

Determinazione del prezzo di vendita: Il margine di contribuzione può aiutare a stabilire un prezzo di vendita che consenta di coprire i costi variabili e contribuire alla copertura dei costi fissi. Se il prezzo di vendita è troppo basso e non permette un margine di contribuzione adeguato, l'azienda potrebbe non riuscire a coprire i suoi costi fissi e generare profitto, anche se le vendite sono elevate. 

  

Analisi della redditività dei prodotti: Conoscere il margine di contribuzione per ciascun prodotto o servizio permette di identificare quali sono i più redditizi e quali invece generano margini insufficienti. Questa analisi è essenziale per prendere decisioni su quali prodotti continuare a produrre, su quali concentrarsi maggiormente e su quali eventualmente dismettere. 

  

Break-even analysis: Il margine di contribuzione è fondamentale per calcolare il punto di pareggio (break-even point), cioè il livello di vendite necessario per coprire tutti i costi fissi dell’azienda. Il punto di pareggio si calcola dividendo i costi fissi totali per il margine di contribuzione unitario. Questo calcolo è essenziale per stabilire obiettivi di vendita realistici e per comprendere l’impatto delle variazioni nei costi o nei prezzi di vendita sulla redditività aziendale. 

  

Ottimizzazione del mix di prodotti: Il margine di contribuzione può essere utilizzato per ottimizzare il mix di prodotti, orientando la produzione e le vendite verso quei prodotti che offrono un margine di contribuzione più elevato. In questo modo, l’azienda può massimizzare la redditività complessiva, anche in presenza di limitazioni produttive o di mercato. 

  

Decisioni di make or buy: Il margine di contribuzione è anche utile nelle decisioni di make or buy, cioè se produrre internamente o acquistare un prodotto da un fornitore esterno. Se il costo variabile di produzione interna è inferiore al costo di acquisto esterno, mantenere la produzione interna può essere vantaggioso; altrimenti, potrebbe essere più efficiente acquistare il prodotto da un fornitore. 

 

 

Il conto economico come strumento di analisi 

  

Il conto economico non è solo un documento contabile che riassume i ricavi e i costi di un’azienda, ma è anche un potente strumento di analisi. Grazie alle informazioni che contiene, è possibile condurre diverse analisi utili per valutare la performance aziendale, identificare aree di miglioramento e prendere decisioni strategiche. 

 

Analisi delle performance aziendali attraverso il conto economico 

  

L'analisi delle performance aziendali tramite il conto economico si concentra sull'interpretazione delle diverse voci che lo compongono per valutare la redditività e l'efficienza operativa dell'azienda. Tra le principali aree di analisi troviamo: 

 

Analisi della redditività: La redditività è la capacità dell’azienda di generare profitto a partire dai ricavi. Utilizzando il conto economico, è possibile calcolare diversi margini di redditività, tra cui il margine operativo lordo (EBITDA), il margine operativo netto (EBIT) e il margine netto. Questi margini, espressi in percentuale sui ricavi, indicano quanto efficacemente l’azienda sta trasformando i ricavi in profitto. Un margine elevato è indicativo di un'azienda efficiente e redditizia, mentre margini bassi possono suggerire la necessità di rivedere i costi operativi o i prezzi di vendita. 

  

Analisi dell’efficienza operativa: Il conto economico consente di valutare quanto efficientemente l’azienda utilizza le sue risorse per produrre e vendere i suoi prodotti o servizi. Indicatori come il rapporto tra costi di produzione e ricavi, o l’analisi dei costi variabili e fissi, aiutano a identificare le aree in cui l’azienda può migliorare l’efficienza. Per esempio, un alto rapporto tra costi di produzione e ricavi potrebbe indicare che i processi produttivi sono inefficaci o che i costi delle materie prime sono troppo elevati. 

  

Analisi della crescita: Confrontando i conti economici di diversi esercizi, è possibile valutare la crescita dell’azienda nel tempo. Questa analisi può concentrarsi sull’evoluzione dei ricavi, dei costi e dei profitti, nonché sulla capacità dell’azienda di incrementare la propria base di clienti e la propria quota di mercato. La crescita sostenuta dei ricavi accompagnata da una crescita stabile o ridotta dei costi è un segnale positivo di una buona gestione aziendale. 

  

Analisi del break-even point: Il conto economico fornisce i dati necessari per calcolare il punto di pareggio (break-even point), cioè il livello di vendite necessario per coprire tutti i costi fissi e variabili dell’azienda. Il break-even point è un indicatore fondamentale per comprendere quanto un'azienda deve vendere per iniziare a generare profitti, e può essere utilizzato per pianificare strategie di prezzo e di volume di vendita.

 

Indicatori chiave derivati dal conto economico

Il conto economico offre una serie di indicatori chiave che possono essere utilizzati per valutare vari aspetti della performance aziendale. Alcuni degli indicatori più comuni includono:

Margine di profitto lordo: Si calcola sottraendo il costo del venduto dai ricavi di vendita, e poi dividendo il risultato per i ricavi di vendita. Questo margine indica la capacità dell’azienda di coprire i costi di produzione e generare profitto dalle vendite. 

Margine di profitto lordo
=
Ricavi di vendita - Costo del venduto
Ricavi di vendita
X 100

Margine operativo: Misura la redditività operativa dell’azienda, calcolato come EBIT diviso per i ricavi di vendita. Questo margine fornisce un'indicazione della capacità dell’azienda di generare profitti dalle sue operazioni principali. 

Margine operativo
=
EBIT
Ricavi di vendita
X 100

La differenza principale tra il Margine di profitto lordo ed il Margine operativo è che il primo si concentra sui costi diretti della produzione, mentre il secondo include anche le spese operative indirette, come spese amministrative, commerciali e gli ammortamenti. Il Margine di profitto lordo ti dice quanto è profittevole la produzione stessa, mentre il Margine operativo ti dice quanto è profittevole l'intera operazione aziendale, escludendo solo gli oneri finanziari e le imposte. 

 

Margine netto: Questo indicatore misura il profitto netto in rapporto ai ricavi di vendita, fornendo una visione complessiva della redditività dell’azienda dopo aver considerato tutti i costi, inclusi quelli finanziari e fiscali. 

Margine netto
=
Utile netto
Ricavi di vendita
X 100

Rapporto costi/ricavi: Indica quanto l'azienda spende per ogni euro di ricavi ottenuto. Un rapporto più basso è generalmente indicativo di una maggiore efficienza operativa. 

Rapporto costi/ricavi
=
Costi totali
Ricavi di vendita

Tasso di crescita dei ricavi: Questo indicatore misura la variazione percentuale dei ricavi da un periodo all'altro, e aiuta a valutare la capacità dell'azienda di espandere il proprio business. 

Tasso di crescita dei ricavi
=
Ricavi anno corrente - Ricavi anno precedente
Ricavi anno precedente
X 10

Errori comuni nella redazione e interpretazione del conto economico 

 

Il conto economico è uno strumento essenziale per comprendere la performance economica di un'azienda, ma la sua utilità dipende dalla correttezza della sua redazione e interpretazione. Ci sono diversi errori comuni che possono compromettere l'accuratezza del conto economico e, di conseguenza, portare a decisioni sbagliate. In questo capitolo, esploreremo alcuni degli errori più frequenti e come evitarli. 

  

Errori nella classificazione dei costi 

  

Uno degli errori più comuni nella redazione del conto economico riguarda la classificazione dei costi. La corretta attribuzione dei costi alle categorie appropriate è fondamentale per avere una chiara visione della redditività e dell’efficienza dell’azienda. Ecco alcuni errori tipici: 

  

Confusione tra costi fissi e variabili: I costi fissi sono quelli che rimangono costanti indipendentemente dal volume di produzione, come gli affitti e gli stipendi fissi. I costi variabili, invece, cambiano in base alla quantità prodotta, come i costi delle materie prime. Confondere queste due categorie può portare a un'errata analisi del margine di contribuzione e del punto di pareggio (break-even point). Per evitare questo errore, è importante analizzare attentamente la natura di ogni costo e classificarlo correttamente. 

  

Mancata distinzione tra costi diretti e indiretti: I costi diretti possono essere attribuiti direttamente a un prodotto o servizio specifico, mentre i costi indiretti sono quelli che non possono essere facilmente attribuiti a una singola attività o prodotto. Una corretta distinzione tra queste due categorie è essenziale per un’accurata allocazione dei costi e per la determinazione dei prezzi di vendita. Un errore in questa fase può portare a una distorsione dei risultati economici e a una scarsa comprensione della redditività dei diversi prodotti. 

  

Errata attribuzione delle spese straordinarie: Spese straordinarie come perdite derivanti da eventi imprevisti, multe o sanzioni, dovrebbero essere separate dalle normali attività operative per non influenzare la valutazione della performance operativa. Un errore comune è includere queste spese nelle voci operative, distorcendo così il risultato operativo (EBIT). Per evitare questo, è importante mantenere una chiara distinzione tra costi operativi e non operativi. 

  

Errori nella rilevazione dei ricavi 

  

La corretta rilevazione dei ricavi è cruciale per rappresentare fedelmente la performance economica dell'azienda. Errori nella rilevazione dei ricavi possono alterare significativamente l'interpretazione del conto economico. 

  

Riconoscimento dei ricavi non conformi al principio della competenza: Uno degli errori più gravi è il riconoscimento dei ricavi in periodi non corretti, ad esempio anticipando la registrazione di ricavi per migliorare i risultati di un periodo. Questo va contro il principio della competenza, che stabilisce che i ricavi devono essere registrati quando effettivamente maturati, indipendentemente dal momento dell'incasso. Per evitare questo errore, è necessario seguire rigorosamente le norme contabili e assicurarsi che i ricavi siano rilevati solo quando i servizi sono stati resi o i beni consegnati. 

  

Inclusione di ricavi non realizzati: Un altro errore comune è includere nei ricavi somme che non sono ancora state realizzate, come ad esempio ricavi futuri o vendite condizionate. Questo può gonfiare artificialmente i risultati economici e fornire una visione distorta della performance aziendale. È fondamentale che i ricavi inclusi nel conto economico siano effettivamente realizzati e che non vi sia incertezza sul loro incasso. 

  

Mancata considerazione delle rettifiche sui ricavi: Sconti, abbuoni e resi devono essere adeguatamente considerati e sottratti dai ricavi lordi per ottenere il valore netto corretto. Ignorare queste rettifiche può portare a un'esagerazione dei ricavi e, di conseguenza, a una sovrastima dei profitti. Per una rappresentazione fedele dei ricavi, è essenziale contabilizzare tutte le rettifiche pertinenti. 

  

Come evitare interpretazioni fuorvianti 

Anche quando il conto economico è redatto correttamente, ci sono rischi di interpretazioni fuorvianti. Questi errori spesso derivano dalla mancata considerazione del contesto in cui opera l'azienda o dall'analisi isolata dei singoli indicatori senza considerare l'intero quadro economico. 

  

Valutare i margini in isolamento: Un errore comune è focalizzarsi su un solo margine, come il margine operativo o il margine netto, senza considerare gli altri. Ogni margine fornisce una prospettiva diversa sulla redditività aziendale, e la loro interpretazione deve essere contestualizzata. Ad esempio, un margine operativo elevato con un margine netto basso può indicare un’elevata incidenza degli oneri finanziari o delle imposte. 

  

Non considerare le variazioni stagionali o cicliche: In alcuni settori, i risultati possono variare significativamente a causa della stagionalità o dei cicli economici. Ignorare questi fattori può portare a interpretazioni errate della performance aziendale. È importante confrontare i risultati non solo con il periodo precedente, ma anche con lo stesso periodo di anni precedenti, per avere un quadro più completo. 

  

Ignorare l’impatto di eventi straordinari: Eventi straordinari, come acquisizioni, vendite di asset o ristrutturazioni, possono influenzare notevolmente i risultati economici di un esercizio. Per una corretta interpretazione del conto economico, è necessario separare gli effetti di questi eventi dalle attività operative ordinarie, per comprendere la performance reale dell’azienda. 

  

 

Conclusioni e spunti operativi 

Il conto economico è uno strumento imprescindibile per chiunque si occupi di gestione aziendale. Attraverso l’analisi dei ricavi, dei costi e dei risultati economici, offre una visione chiara e dettagliata della performance finanziaria dell’azienda, fornendo le basi per prendere decisioni informate e strategiche. 

  

L'importanza di una corretta lettura del conto economico 

  

Come abbiamo visto, il conto economico non è solo un documento contabile, ma un vero e proprio strumento di gestione. Tuttavia, per sfruttarlo appieno, è fondamentale una corretta lettura e interpretazione dei dati che esso fornisce. Comprendere la struttura del conto economico, la classificazione delle voci e l'impatto delle diverse componenti sui risultati finali permette di: 

  

Valutare la redditività: Analizzando i margini operativi e netti, è possibile capire quanto l’azienda riesce a generare profitto dalle sue attività operative. Questo è un indicatore cruciale per valutare l’efficacia delle strategie aziendali e identificare le aree di miglioramento. 

  

Monitorare l'efficienza operativa: Esaminando i costi della produzione e le spese generali, si può valutare l’efficienza operativa dell’azienda e identificare eventuali inefficienze o sprechi. Questo permette di intervenire tempestivamente per ottimizzare i processi e ridurre i costi. 

  

Pianificare il futuro: Utilizzando il conto economico per elaborare previsioni e budget, i manager possono pianificare strategie di crescita e miglioramento, fissare obiettivi realistici e monitorare i progressi nel tempo. 

  

Strumenti e metodi per migliorare la redazione e l'analisi del conto economico 

Per sfruttare al meglio il conto economico, è utile adottare alcuni strumenti e metodi che possono migliorare sia la redazione che l'analisi del documento: 

  

Automatizzazione della contabilità: Utilizzare software di contabilità avanzati o di Business Intelligence può ridurre il rischio di errori nella redazione del conto economico, migliorare la precisione delle registrazioni e rendere più efficienti i processi di chiusura contabile. 

  

Benchmarking: Confrontare i risultati del conto economico con quelli di aziende simili o con le medie di settore può offrire preziose informazioni su come si posiziona l'azienda rispetto ai suoi concorrenti. Questo può aiutare a identificare le aree in cui l'azienda è forte e quelle in cui deve migliorare. 

  

Analisi di sensibilità: Effettuare analisi di sensibilità sui principali driver di costo e ricavo permette di valutare l’impatto di diverse variabili sui risultati economici. Questo è particolarmente utile per la pianificazione strategica e la gestione del rischio. 

  

Formazione continua: Investire nella formazione del personale, sia a livello contabile che manageriale, assicura che tutti coloro che partecipano alla redazione e all’interpretazione del conto economico siano aggiornati sulle migliori pratiche e sulle normative vigenti. 

  

Spunti operativi 

Per migliorare l'utilizzo del conto economico nella gestione aziendale, consigliamo di: 

  

Rendere il conto economico un documento vivo: Non limitarsi a redigere il conto economico solo alla fine dell’esercizio, ma utilizzarlo come strumento di monitoraggio continuo. Redigere conti economici trimestrali o mensili consente di avere un controllo più accurato sull’andamento dell’azienda e di intervenire tempestivamente in caso di deviazioni dagli obiettivi. 

  

Comunicare i risultati in modo chiaro: Assicurarsi che i risultati del conto economico siano comunicati in modo chiaro e trasparente a tutti gli stakeholder rilevanti, inclusi i manager, i dipendenti e gli investitori. Una buona comunicazione può migliorare la comprensione delle performance aziendali e favorire un allineamento su obiettivi comuni. 

  

Utilizzare il conto economico per guidare il cambiamento: Utilizzare le informazioni ricavate dal conto economico per guidare il cambiamento all’interno dell’azienda. Se l'analisi rivela inefficienze o aree di bassa redditività, utilizzare questi dati per prendere decisioni informate e implementare strategie di miglioramento. 

  

Il conto economico è un documento fondamentale per comprendere la performance economica di un'azienda e per guidare le decisioni strategiche. Una corretta redazione e un'accurata interpretazione dei dati possono fare la differenza tra una gestione efficace e una gestione inefficace. Utilizzando i metodi e gli strumenti appropriati, e integrando il conto economico con altri strumenti di gestione, i manager possono ottenere una visione completa della salute finanziaria dell'azienda e prendere decisioni informate per il suo futuro. La chiave del successo risiede nella capacità di leggere tra le righe del conto economico e di utilizzarlo come una bussola per navigare nel complesso mondo della gestione aziendale. 

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